(l.m.) Un thriller internazionale inquietante e ricco d’azione, tra Los Angeles, Washington e l’isola di Aruba, che vede al centro un potenziale candidato repubblicano alla presidenza Usa. Prende le mosse dalla tragedia (ancora piena di punti oscuri) dell’11 settembre 2001 e dal recente Datagate, ossia le rivelazioni dell’ex tecnico della National Security Agency e della Cia, Edward Snowden, relative al programma di controllo di massa di Usa e Regno Unito. Il “grande fratello” in versione terzo millennio è raccontato dal nuovo romanzo Il predestinato del comasco Alessandro Nardone (edizioni autoprodotte Youcanprint), che domani sarà presentato alla libreria Ubik di piazza San Fedele 32 a Como (appuntamento alle 18, ingresso libero) e l’11 settembre alle 20.45 a Milano, al Museo Fermo Immagine di via Gluck 45.
Una fiction più vera del vero, verrebbe da dire: siamo tutti spiati, non appena accendiamo il computer o il telefono e accediamo a un sito, mandiamo una mail o un sms. L’amara verità nasconde sulfuree trame che vedono agire dietro le quinte gruppi di potere tanto invasivi quanto occulti e insospettabili. Così si configura, sotto gli occhi del presidente Usa Barack Obama, una guerra tra Cia ed Fbi per il controllo della sicurezza mondiale.
«Mi sono sempre appassionato agli Usa e alla cultura a stelle e strisce – dice Nardone – Il Datagate mi ha molto colpito. La sicurezza è tema scottante. Come molti, sono appassionato di informatica, e mi sono domandato quanto questo allargamento dei confini, la possibilità di essere tutti interconnessi in tempo reale, sia effettivamente un vantaggio, dato che ci espone a essere tutti intercettabili. Mi sono chiesto, con questo romanzo, se sia giusto che la libertà individuale sia limitata per motivi, di per sé legittimi, di difesa. Di fatto, la nostra possibilità di agire e comunicare liberamente è limitata».
E in futuro lo scenario potrebbe peggiorare. «Si parla molto in rete di un libro di Henry Kissinger, presto edito anche in Italia – dice Nardone – che invita a immaginare un prossimo ordine mondiale del tutto nuovo, legato ai desideri dei gruppi di potere che tirano davvero i fili che contano». Il prossimo passo? «Sogno una versione cinematografica del romanzo. Vedrei bene Al Pacino nel ruolo del “cattivo” e Leonardo DiCaprio in quello del protagonista», conclude l’autore.
Leggi l’articolo sul sito del Corriere di Como
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